ARRIVANO I G.D.T.!

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“Chiamatemi boardgamer”. No, non è una parolaccia nè sto facendo outing e si (!) è una citazione di Moby Dick quando Ismaele si presenta ai lettori per raccontargli una storia incredibile trasportandoli nel magico mondo della fantasia. Libro in mano e pagine sfogliate a colpi di dita, senza schermi al plasma, o touch sullo smartphone abbiamo solcato con lui le onde dell’oceano in tempesta alla ricerca della balena bianca.

Come tanti ho iniziato, a praticare i boardgames o giochi da tavolo con i classici “RisiKo!”, “Cluedo” e “Monopoly”, passando intere serate con “Trivial” e “Pictionary” poi nel 2008 la folgorazione: arriva a casa una scatola di “Coloni di Catan” e poco a seguire “Carcassonne”. Due giochi che hanno cambiato la cultura del gioco “intelligente” e reso appassionato il sottoscritto a quel tempo 34enne. Oggi, da over 45enne, con una ludoteca personale di oltre 150 (ed ho toccato anche i 300 poi scambiati e dati via nelle varie aste dei giochi usati, mercatini e scambi con altri appassionati) ho nel mio amatoriale curriculum ludico tantissime attività svolte e dedite alla diffusione e promozione del gioco da tavolo come principale strumento di condivisione e socializzazione tra le persone, troppo spesso trincerate dietro la comodità di un tablet e le irreali amicizie di internet.

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